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Honda Four 750

honda750-ante.jpgLe vecchie moto non muoiono mai, resistono al tempo, alla ruggine e alla rottamazione. Splendide superstiti in un mondo che, per scelta o per bisogno, ha adeguato i ritmi frenetici della vita a velocità, prestazioni e suoni diametralmente opposti a quelli che un tempo facevano da cornice al sogno di libertà e pace: la mitica cornice degli anni 70. Gli anni della rivolta, dell’amore libero, dei capelli lunghi mossi dal vento, mossi dalla mitica Honda Four. La moto bella e dannata, concentrato di potenza e fascino: quattro scarichi, due posti e tanto motore.

SPECIAL CAFÈ
GOLD MEDAL “CAFÈ”

CALL ME “CAFÈ”

¾ DI CAFÈ shakerato

Le vecchie moto non muoiono mai, resistono al tempo, alla ruggine e alla rottamazione. Splendide superstiti in un mondo che, per scelta o per bisogno, ha adeguato i ritmi frenetici della vita a velocità, prestazioni e suoni diametralmente opposti a quelli che un tempo facevano da cornice al sogno di libertà e pace: la mitica cornice degli anni 70. Gli anni della rivolta, dell’amore libero, dei capelli lunghi mossi dal vento, mossi dalla mitica Honda Four. La moto bella e dannata, concentrato di potenza e fascino: quattro scarichi, due posti e tanto motore.

Testo Mario
Foto Roberto Brodolini – roberto.brodolini@specialmag.it

Malgrado i cambiamenti che il progresso impone, il concetto del rider non cambia e l’essenzialità mescolata all’eleganza crea l’alchimia giusta per chi cerca un po’ di blu, dove il blu spesso non c’è. La voglia di vivere le cose per quelle che sono, senza tanti problemi, mettendo da parte i bagagli, solo l’essenziale. Chi ama le moto, quelle vere, quando viaggia sposta prima l’anima e poi il corpo, vive la strada a istanti, cerca il contatto con le cose che gli scorrono dietro e, mentre guarda più in là, si accorge che ogni chilometro aggiunge parole al diario del rider.

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Honda Four 750
Un pensiero stupendo che ha stregato tanti, oggi è il protagonista della nostra attenzione, una Four Cafè con tanta storia alle spalle e un vestito tutto nuovo. La carta di circolazione di questa “signora”, ormai piena di talloncini, racconta una storia ricca di nomi e cognomi che segnano il passare del tempo, di mano in mano, senza mutar pelle. La testimone di un tempo ormai trascorso, oggi si diverte a suscitare curiosità per le strade di Roma: ad ogni semaforo è bello osservare le persone che la guardano in maniera interessata, riders che si fermano a scambiare due parole in attesa del verde. La “Super Cafè” è veramente unica: accensione a pedale, seduta supersport e tanto suono che dallo scarico Marving, un quattro in uno rigorosamente dell’epoca, si diffonde nell’aria e spezza il chiasso del traffico. In compagnia di questa moto si vive un viaggio ogni volta che la benzina dal serbatoio corre verso i carburatori; non importa per dove ma si viaggia. Un concetto di mobilità forse utopico ma di sicuro non impossibile, voglioso di scandire il tempo a un ritmo adattato alle esigenze del singolo e non della massa.

Stile Cafè dohonda750-2.jpgc
Le apparenze a volte ingannano, ma in questo caso poco è lasciato al caso e nell’osservare questa moto sotto il sole, la prima cosa che salta all’occhio è l’aspetto, la sua livrea sapientemente integrata con le forme regolari e spigolose che la caratterizzano. La riga dorata che solca tutta la lungezza di questa Four è un rimando alla traccia che i pneumatici lasciano sull’asfalto: spicca non poco sul bianco, che imbastisce ancor di più, con la sua semplicità, il serbatoio lungo e piatto. Nel mezzo una comoda sella, rivista e rivestita, dal colore inusuale che tanto bene si lega con l’insieme cromatico di tutta la moto e in coda sembra quasi accompagnare il parafago posteriore verso la ruota. Sovrasta due targhe che ci riportano indietro nel tempo, quando si correva e i numeri integravano i profili delle moto. Un lavoro artigianale, quello della sella, realizzato da chi, parecchio tempo fa, ne ha riparate tante ed ora ha realizzato per noi di Special questa comoda poltroncina che, vi assicuriamo, accoglie comodamente due passeggeri. Altri interventi, di dettaglio, sugli indicatori di direzione in metallo satinato, sobri, resistenti e funzionali, che bene si sposano con le forme atipiche di questa nostra creatura.

Ciclistica supersport
L’avantreno ha subito pochi ma efficaci interventi, sia dal punto di vista tecnico che stilistico. Il faro anteriore infatti è stato riverniciato, per conformarsi alla bianca livrea di tutta la moto, il manubrio è stato sostituito da uno sportbar allestito con due manopole di derivazione supersportiva che ben si addicono all’uso di questa Hona. Per finire, sulla sinistra un piccolo specchietto molto, molto cafè. Spostando lo sguardo verso il basso della nostra Special Classic l’occhio cade sui cerchi in lega, insoliti per una Cafè, che donano però un non so che di sportivo, corsaiolo. Sono stati semplicementie riverniciati, lucidati e accoppiati a due pneumatici nuovi di zecca che tanto ricalcano le note vintage dei disegni del passato. Per completare il quadro poi, osservando bene, i parafanghi hanno cambiato colore, in tinta con il motore e lo sportbar.
Infine il retrotreno, come prima ho accennato, ha subito due importanti e non invasive interpretazioni. La prima riguarda la forma della sella, che ora risulta stondata nella coda, molto retrò, come del resto è il carattere di questa Cafè. La seconda, invece, interessa le sospensioni, prese in prestito dalla “cuginetta“ dell’Honda Four, una Bold’Or ormai non marciante destinata ad aiutare chi, come noi, ha voluto riportare in vita una vecchia signora. Tutto il resto non ha subito cambiamenti, sarebbe stato quasi un affronto, una scarsa considerazione nei confronti di una moto che ha carattere da vendere e tanto da trasmettere a chi la guida.

Su strada
In sella le sensazioni sono a dir poco indescrivibili, ma cercheremo di essere efficaci nel raccontare quello che si prova. Il motore va che è una meraviglia, la lancetta dei giri sale subito assieme all’intensità delle vibrazioni e del suono, forte e intenso, dello scarico. La posizione di guida fa sentire un reale contatto con la moto e si ha quasi l’impressione di vivere un’emozione familiare, dimenticata, un déjà vu. La moto, una volta in marcia, sembra quasi dimenticare la sua mole e curvare diventa una cosa bellissima: l’entrata in piega rimanda alle vecchie corse, quando i caschi, gli occhialoni e la pelle, vestivano le emozioni dei piloti. Il concetto di base è spostarsi per il puro gusto di farlo, senza dover giustificare nulla. In sella, una volta indossati casco e occhialoni, tirata su la zip della giacca, tutto prende una piega diversa, tutto è diverso. In sella a una moto unica, un uomo unico. È questo il concetto che ha spinto la volontà di chi ha messo un po’ di caffè tra gli ingredienti di questa moto. Ogni persona, diversa dalle altre, esprime la volontà di desiderare un oggetto unico e personale, in questo caso una moto fatta su misura, specchio delle esigenze di chi ha provveduto al suo acquisto e alla creazione di un’identità. La Special, unica, nata dalla passione per le moto e per i motociclisti.

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